AZOTEA. TRA IL MESSICO E LA LUNA, LA POESIA “DAL TERRAZZO” DI GIORGIO FILIPPI NEL SEGNO DI TINA MODOTTI
(cultura) – È un omaggio alla figura di Tina Modotti, fotografa, attrice e rivoluzionaria italiana, Azotea di luna. Poesie dal terrazzo sopra il tetto (ed. Thyrus, con disegni di Giorgio Croce), la nuova raccolta di versi di Giorgio Filippi, che verrà presentata sabato 2 dicembre, dalle 17, nei locali di Umbrò a Perugia. A lei, vissuta alcuni anni in Messico (e da qui il titolo con il termine spagnolo “azotea” che indica il terrazzo), è dedicata la composizione che apre e dà il titolo al nuovo lavoro di Filippi – che segue i volumi Blu luna, Selene, Endimione e Cyrano-poesie di luna rossa e girasoli – prendendo spunto da una serie di voluttuosi nudi, “Tina on the azotea”, che Eduard Weston scattò alla Modotti. La presentazione di sabato, condotta con l’autore da Barbara Bracci e Renzo Zuccherini, vedrà alternarsi riflessioni, letture e annotazioni musicali (a cura di Lorenzo Filippi), alla scoperta dei tratti principali delle poesie di Giorgio Filippi, fatte di sogni e carnalità, dove colori e sensazioni (olfattive, tattili, sonore) si mescolano, “dando la cifra artistica – si legge nelle note in apertura al volume – di un poetare mai banale, ma scarno ed essenziale, capace di voli leggiadri e di conclusioni inaspettate o spiazzanti, che lasciano quel piacere che può dare una poesia mai scolastica o scontata. Un gioco raffinato e misurato, sicuramente autentico, che nasce spontaneo e prende forma con misura, senza eccessi, né di natura linguistica, né retorica, ma che colpisce per la sua non scontata semplicità. “Dai titoli delle sue raccolte – continua l’introduzione – nonché dalla lettura delle sue poesie, si evince la sua fascinazione nei confronti dell’unico satellite terrestre, che tanto, sin dall’antichità, ha stimolato la fantasia ed influenzato la vita di uomini e donne. Anche per Filippi la luna rappresenta un’articolazione di sensazioni, stati d’animo e sentimenti come la sensualità, l’amore, il ricordo, l’aspettativa, il disincanto, l’insonnia o l’ultima spiaggia dove approdare”.