COME UNA PIUMA. AL VIA IL CROWDFUNDING PER IL DOCUMENTARIO SULLA CAMPIONESSA DI PARA POLE DANCE FRANCESCA CESARINI
(cultura – 10 febbraio 2022) Francesca Cesarini oggi ha 15 anni, è nata senza due avambracci e una gamba e ha un palo piantato nel salotto di casa, dove si arrampica e si allena costantemente. Francesca ormai la conoscono in molti, i media umbri e nazionali hanno parlato di lei: negli scorsi mesi ha anche conosciuto Bebe Vio durante un incontro organizzato dalla trasmissione tv Le Iene. Ma a renderla nota, in Umbria e non solo, sono state le sue imprese sportive. A soli 14 anni Francesca da Magione (è lì che risiede, circondata dagli affetti della sua famiglia, come vedremo protagonista assieme a lei di questa storia) si è aggiudicata i campionati italiani prima e i Mondiali poi di para pole dance, la pole dance per atlete disabili. Oggi l’associazione perugina MenteGlocale, che si occupa dal 2001 di progetti di comunicazione sociale, lancia una raccolta fondi per realizzare un documentario sulla sua storia. L’obiettivo della campagna di crowdfunding è quello di arrivare, attraverso le donazioni del pubblico, alla somma di 8.500 euro, cifra che servirà per la realizzazione e la finalizzazione professionale del progetto. Attraverso diverse possibilità di donazioni (dai 10 € in su), si potrà contribuire alla realizzazione del documentario, diventando sostenitore semplice o produttore di questa avventura cinematografica.
Il progetto ha visto da subito il coinvolgimento di Daniele Suraci, che ne curerà la regia. Autore noto, di casa a Perugia, che con il suo ultimo lavoro, U scantu (Italia, 2019), prodotto dalla Nardis production srl, realizzato grazie al sostegno del MiBACT e Calabria film commission, ha vinto il Fabrique du cinema come miglior corto italiano ed è già stato acquistato da Rai Cinema. Suraci ha già lavorato in altre occasioni con giovani e adolescenti e su tematiche sociali, dimostrando capacità narrative e sensibilità uniche e originali. Il suo primo cortometraggio, Il passo della lumaca, è entrato in selezione al Tiff di Toronto.
Come una piuma è uno sguardo intimo sulla quotidianità di una giovane atleta disabile straordinariamente dotata
Come spiega Valeria Mencaroni, mamma di Francesca: “Qualcuno potrebbe confondere questo sport con la lap dance; non è stato semplice, infatti, spiegarlo alla nonna”. Invece è una disciplina di ginnastica acrobatica alla pertica che, si sviluppa tutta lungo un palo e implica una forza e un equilibrio difficili da immaginare senza l’utilizzo delle mani e di mezza gamba. Eppure, Francesca, che si arrampica e si flette con la leggerezza e la grazia di una piuma, non sembra risentirne. Anche la sua istruttrice Elena Imbrogno, della Plume Accademy di Perugia, che insegna questa disciplina nella palestra perugina Iron Fit, si dice sorpresa dei risultati e dell’abnegazione di Francesca. Talmente tanto che, dopo così poco tempo, ha già conquistato la vittoria alle gare agonistiche nazionali di para pole, lo scorso maggio e i Mondiali di ottobre.
Come spiegano da Menteglocale: “Dopo averne letto sulla stampa, ci siamo da subito interessati alle vicende di Francesca e al suo modo di approcciare questa disciplina sportiva. Una volta conosciuto il suo mondo tutto è risultato più chiaro, definito. Questo sarà un film sul suo desiderio di riuscire, sulla determinazione nell’affrontare la vita nonostante le difficoltà, sulla necessità, a volte, delle sfide”. Una coming of age story, una storia di crescita e conoscenza di sé. Più che ricostruire puntualmente la biografia di Francesca, il documentario è maggiormente interessato ad indagare l’interiorità della protagonista, le lotte intime e personali, il suo vissuto unico e il contesto familiare che la circonda. E il lavoro prova anche a rispondere ad alcune domande: in che modo la paura di non riuscire può spingerci a confrontarci con i nostri conflitti permettendoci una crescita personale? L’obbiettivo che ci poniamo vale il nostro sacrificio?
Il gruppo di lavoro di Menteglocale ha seguito Francesca durante una parte delle sue imprese sportive e poi a casa e durante gli allenamenti, autofinanziando i costi tecnici iniziali e il lavoro. Ora per dare la giusta veste e il giusto valore a questa storia ricorre al suo primo progetto di raccolta fondi: “È il nostro primo crowdfunding, crediamo si tratti di una storia che susciterà interesse e partecipazione nel pubblico”. La cifra eventualmente raccolta servirà per le spese tecniche e per parte del cast tecnico. In particolare: noleggio attrezzature e ottiche cinema, costi mini troupe con direttore della fotografia, missaggio e color correction. Abbiamo bisogno dei fondi necessari per garantire al progetto una sua finalizzazione professionale. Ed è per questo che chiediamo il supporto del pubblico.
Una volta terminata, si spera con esito positivo la raccolta fondi, si passerà alla fase di riprese e alle fasi di post produzione. Inoltre, concludono dall’associazione: “Successivamente contiamo di provare a distribuire il documentario tramite società con le quali ha già collaborato il regista e attraverso il mercato di alcuni festival”.