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COLLOQUI DI DOBBIACO. SE IL CAPITALISMO MANGIA IL MONDO LA PACE SI FA (ANCHE ) A TAVOLA

COLLOQUI DI DOBBIACO. SE IL CAPITALISMO MANGIA IL MONDO LA PACE SI FA (ANCHE ) A TAVOLA

(economia – 13 ottobre 2022) “Penso che sia peccaminoso non cambiare il proprio comportamento di consumo con la consapevolezza di ciò che accade agli animali”: Martin Lintner, teologo morale e professore all’Università Filosofico-Teologica di Bressanone, è intervenuto alla 33^ edizione dei Colloqui di Dobbiaco, laboratorio d’idee per una svolta ecologica, che si è tenuta a inizio ottobre in Alto Adige. Cosa sanno gli animali? – il titolo-tema di quest’anno – è la domanda da cui si è partiti per una riflessione sul ruolo dell’etica animale nel dibattito sulla sostenibilità, indagando le violente contraddizioni nel rapporto che intercorre fra uomini e animali.
Ci siamo sentiti chiedere il perché di questo tema – spiega Karl-Ludwig Schibel, coordinatore dei Colloqui di Dobbiaco – mentre in Ucraina infuria una guerra di aggressione da parte della Russia, nel Mar Baltico vengono fatti esplodere i gasdotti e l’uragano Ian inonda il sud-ovest della Florida. Eppure la questione che abbiamo voluto analizzare riguarda proprio le prospettive di riappacificazione globale con la natura, nel senso più ampio possibile”. Partendo dalla minaccia all’ecosistema portato dagli allevamenti intensivi e dal consumo di carne. Giulia Innocenzi, attivista e giornalista televisiva, ha denunciato che l’allevamento intensivo è uno dei maggiori responsabili del riscaldamento globale, contribuendo per quasi il 15% alle emissioni globali. L’Italia ha 5 milioni di bovini, 8 milioni di suini, 500 milioni di polli. “L’UE promuove l’allevamento intensivo con i soldi delle nostre tasse – ha sottolineato – e nella produzione di prosciutto di alta qualità, che viene venduto in tutto il mondo come made in Italy, prevalgono condizioni insostenibili. I maiali sono animali intelligenti, ma all’interno delle porcilaie diventano cannibali”.
La produzione di carne non ha più nulla a che fare con la tradizionale agricoltura contadina”, ha dichiarato anche Tanja Busse, autrice e giornalista tedesca. “La perdita di biodiversità – ha proseguito – ha raggiunto i suoi limiti e la sopravvivenza degli esseri umani su un pianeta sano è a rischio”. Una crisi ecologica che per Fabian Scheidler, saggista, drammaturgo e regista berlinese, ha radici lontane, addirittura nel Rinascimento: “Il tentativo di controllo totale degli altri esseri, della natura animata e inanimata, alla fine porta alla distruzione. La visione meccanicistica del mondo, nata con il capitalismo cinquecento anni fa, secondo la quale anche gli animali diventano merce, minaccia oggi l’esistenza stessa degli esseri umani su questo pianeta”.