CREDITO AD ARTIGIANI E PMI. NON C’È MOLTO TEMPO, BENE LA LEGGE MA ORA SERVONO I DECRETI ATTUATIVI
(economia) – Una nuova era per il sistema dei Confidi e per l’accesso al credito di PMI e artigiani in Italia. Sono sostanzialmente positivi i segnali che arrivano dall’annuale Convention di Fedart Fidi, Federazione Nazionale Unitaria dei Confidi dell’artigianato (realtà composta da 115 Confidi che associano quasi 700.000 imprese), promossa da Confartigianato, CNA e Casartigiani, che si è appena conclusa (dal 20 al 22 ottobre) a Ischia. Accesso al credito per piccole e medie imprese, rapporto con le banche e con le istituzioni, scenari attuali e futuri, i numeri più recenti sull’azione dei Confidi a sostegno delle imprese di minori dimensioni (10,3 miliardi di euro i finanziamenti in essere garantiti dai Confidi alla fine del 2015, con un incremento del 6,4% nel 1° semestre di quest’anno), ma soprattutto le proposte concrete del mondo dei Confidi per contrastare il razionamento del credito alle imprese, già attanagliate da troppi anni nella crisi economica. Sono stati tre giorni di lavori che hanno toccato i principali temi di interesse dei Confidi, questioni che porteranno fattivi vantaggi a moltissime piccole e micro imprese italiane. Come spiega Adelio Giorgio Ferrari (nella foto di copertina), Presidente di Fedart Fidi: “L’approvazione definitiva della Legge Delega per la riforma del sistema dei Confidi, che recepisce quasi integralmente il testo proposto dalla Federazione, rappresenta un punto cardine del nuovo corso per i Confidi. Il testo, analizzando tutti i principali temi inerenti il sistema, mira a definire un quadro legislativo coerente con l’attuale configurazione delle strutture e con le rinnovate esigenze delle imprese associate. Per questa ragione la Federazione intende assumere un ruolo da protagonista, beneficiando al massimo dell’ultima vera occasione per un radicale ripensamento del sistema e per tornare a valorizzare il ruolo dei Confidi al fianco delle PMI. Siamo fiduciosi che l’evoluzione che aspetta i Confidi possa contribuire a disegnare un nuovo corso per il nostro sistema. Le opportunità aperte dalla Legge Delega spaziano dalla ridefinizione del ruolo dei Confidi quale aggregatore di soluzioni per la PMI al rafforzamento patrimoniale secondo modalità efficienti ed efficaci, dall’innovazione e diversificazione dei prodotti alla semplificazione e alleggerimento del carico degli adempimenti. Oggi la sfida è quella di orientare le Istituzioni verso decreti legislativi di attuazione realmente utili al sistema”.
Alcune delle novità più importanti e positive che sono state illustrate nella Convention riguardano il Fondo Centrale di Garanzia. La riforma che sta per essere varata accoglie numerose proposte presentate dalla Federazione che potranno valorizzare di nuovo il ruolo fondamentale svolto dai Confidi. Tra le principali novità, la misura della garanzia pubblica è differenziata in funzione del profilo di rischio dell’impresa, determinato attraverso un nuovo sistema di rating, in modo da supportare maggiormente i soggetti che ne hanno più necessità, e viene in parte ristabilito il principio di neutralità tra la garanzia diretta e la controgaranzia, grazie al quale l’intensità dell’intervento pubblico risulta indipendente dalla modalità di accesso.
Viene inoltre avviata una nuova modalità operativa, definita “a rischio tripartito”, focalizzata sulle imprese di piccole e micro dimensioni. Può infatti essere adottata per i finanziamenti di piccolo importo fino a 120.000 euro e prevede una equa ripartizione del rischio tra tutti i soggetti (Confidi FCG e Banca), forme semplificate di accesso, l’esclusione dal sistema di rating, un maggiore intervento del Fondo in controgaranzia. In questo modo per le imprese di piccole e piccolissime dimensioni che realizzano operazioni di importo contenuto tornerebbe a essere conveniente accedere al Fondo in controgaranzia con i Confidi.
Il direttore di Fedart Fidi, Leonardo Nafissi, ha affermato che “La riforma del Fondo Centrale di Garanzia diventa essenziale per le PMI e anche per la sopravvivenza del Sistema Confidi, con l’intervento pubblico che ritorna ad essere un formidabile strumento sinergico della garanzia dei Confidi stessi e non più concorrente. Ne beneficeranno le imprese, che potranno accedere a maggiori volumi di finanziamenti garantiti, soprattutto quelle più a rischio di razionamento, per le quali la garanzia pubblica sarà più elevata rispetto alle imprese con rating migliori. Ne beneficerà il Paese nel suo complesso, grazie a un impiego più efficiente ed efficace delle risorse pubbliche. Riteniamo quasi raggiunto l’obiettivo di ristabilire un principio di neutralità nell’accesso delle PMI al Fondo in garanzia diretta o in controgaranzia, mentre sulle domande di piccolo importo tipicamente realizzate dalle micro imprese l’operatività a rischio tripartito rende conveniente la controgaranzia con i Confidi. Auspichiamo che la riforma entri in vigore al più presto e comunque entro la fine dell’anno: le imprese ed i Confidi non possono più attendere”.
Altro punto di forza dell’azione di Fedart per stimolare la ripresa dei finanziamenti alle PMI riguarda la diversificazione dei prodotti e dei servizi, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo dei Confidi quali partner qualificati delle imprese socie fornendo soluzioni calibrate sulle loro reali esigenze. La garanzia rimane il fulcro dell’attività dei Confidi, ma viene sempre più affiancata da forme alternative di supporto al credito e alla finanza. L’innovazione spazia dalle modalità di concessione della garanzia, con una progressiva apertura verso le Tranched Cover in collaborazione con i soggetti pubblici, ad alcuni strumenti finanziari alternativi al canale bancario utili a moltiplicare i canali di reperimento delle risorse, come il credito diretto di piccolo importo e il lending crowdfunding, e ad altre forme di finanziamento tese a rafforzare la patrimonializzazione delle PMI, prerequisito per tornare ad accedere al supporto delle banche, ad esempio la garanzia equity e l’equity crowdfunding, sul quale si chiede la rimozione dei vincoli che non consentono un pieno sviluppo di questo strumento, fino a interrogarsi sulle prospettive offerte dai minibond.