EMERGENZA CLIMATICA, IL GREEN NEW DEAL EUROPEO È LA RISPOSTA GIUSTA? ESPERTI ITALIANI E TEDESCHI A CONFRONTO
(ambiente – 1 settembre 2021) Quella del 2021 sarà probabilmente ricordata come l’estate in cui la crisi climatica è entrata prepotentemente nell’agenda quotidiana dei media generalisti e dell’opinione pubblica. Ma anche quella in cui l’Europa ha accelerato sul Green New Deal, rilanciando l’ambizioso maxipiano di azioni per l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050 e la riduzione del 55% entro il 2030. Alla luce dell’emergenza climatica, oramai innegabile e irreversibile, quali sono le prospettive realistiche e quali le false promesse di questo grande programma di interventi?. “La transizione ecologica che hanno disegnato è semplicemente imperfetta, per usare parole eleganti – sottolinea Paolo Pileri, docente del Politecnico di Milano – nel senso che quello di cui oggi abbiamo urgente necessità è un capovolgimento di visione e non una nuova curvatura dell’ambiente alle economie mercantili che ci dicono di cambiare, ma che in fondo considerano la natura un immenso supermarket dove continuare a prendere a volontà”. Pileri, dall’1 al 3 ottobre, sarà tra gli ospiti dell’edizione 2021 dei Colloqui di Dobbiaco, laboratorio d’idee per una svolta ecologica che si tiene da oltre 35 anni nel centro altoatesino. Con lui anche Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, secondo cui “la legge sul clima dell’UE è insufficiente a combattere la crisi climatica e la corte costituzionale tedesca ha bocciato la legge sul clima della Germania proprio perché non sufficiente. Si tratta di un compromesso tra l’Ancien Regime energetico, che cerca di perdere tempo per frenare la transizione, e quella parte del mondo produttivo e della società civile che ha intrapreso la strada del cambiamento. Questa strada è minata da ‘false soluzioni’, dal Carbon Capture and Storage all’offsetting forestale, promosse da chi vuol continuare a utilizzare gli asset fossili, principale causa della crisi climatica”.
In ottobre a Dobbiaco, con il tradizionale approccio laico e pragmatico che contraddistingue la manifestazione, si confronteranno esperti e addetti ai lavori italiani e tedeschi, chiamati ad analizzare le dinamiche che potrebbero portare rapidamente e in maniera irreversibile a cambiamenti incisivi non solo nel nostro sistema economico e politico ma anche nella vita quotidiana di tutti noi. Una delle voci più critiche ma anche più ascoltate in Germania sulla discrepanza tra le dimensioni del problema dei cambiamenti climatici e le soluzioni proposte è quella della giornalista Ulrike Herrmann, caporedattrice del quotidiano Tageszeitung, anche lei attesa in Alto Adige. “Il Green New Deal è un passo in avanti – questa la sua opinione – ma non una soluzione, perché punta sulla ‘crescita verde’ che non ci porterà verso un’economia circolare sostenibile. Le tecnologie a disposizione non ci salveranno, non c’è alternativa a una riduzione verde: non significa tornare all’Età della pietra, ma dire addio al capitalismo”.