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OLTRE LE NORME EUROPEE: ECCO LA CARTA DEI MIELI DEL MEDITERRANEO

OLTRE LE NORME EUROPEE: ECCO LA CARTA DEI MIELI DEL MEDITERRANEO

api(economia) – Approvata la Carta dei Mieli del Mediterraneo. Nel corso del VII Forum dell’Apicoltura (che si è svolto a Tunisi dal 26 al 28 novembre scorsi), e che ha visto la partecipazione di oltre 300 persone tra ricercatori, studenti, produttori e rappresentanti istituzionali di 10 Paesi, si è arrivati alla definizione delle migliori azioni comuni da intraprendere al fine di sostenere e valorizzare le produzioni apistiche territoriali del Mediterraneo, difendere le api e l’apicoltura e salvaguardare gli ecosistemi naturali e la biodiversità delle specie vegetali dell’aerea. Lo storico documento arriva, dopo un processo partito in Italia e durato diversi anni, a una definizione comune del miele mediterraneo con l’obiettivo di favorire gli apicoltori nel raggiungimento di una serie di risultati strategici, sia in termini di valorizzazione delle produzioni locali nei mercati domestici ed internazionali sia per il contrasto alle importazioni di miele di dubbia qualità nell’area mediterranea. La Carta, elaborata dal gruppo tecnico di lavoro di APIMED (Federazione degli Apicoltori del Mediterraneo), rappresenta una tappa fondamentale di un percorso iniziato a Foligno 8 anni fa da FELCOS Umbria, (Fondo di Enti Locali per la Cooperazione Decentrata e lo Sviluppo umano sostenibile), (APAU Associazione dei Produttori Apistici Umbri) con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Foligno, della Regione Umbria e dell’Iniziativa ART di UNDP (Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite). Un settore importante quello dell’apicoltura, che solo in Italia il comparto coinvolge oltre 75.000 operatori con un patrimonio di 1 milione e 200 mila alveari, tra i settori chiave dell’agricoltura, fonte di ricchezza economica e sociale. Come spiega Vincenzo Panettieri, Presidente di APIMED: “le pressioni del mercato globale e il moltiplicarsi delle vie commerciali internazionali hanno convinto i produttori mediterranei a dotarsi di un capitolato sintetico e preciso utile a descrivere in termini tecnici e qualificativi il miele, la sua natura, i suoi componenti essenziali. L’esame di questi parametri e la loro valutazione potranno servire a far intraprendere anche nei paesi del sud del Mediterraneo e del Medio Oriente un percorso mirato a migliorare la qualità delle loro produzioni, ad evitare ai propri consumatori l’acquisto di meli fraudolenti o di bassa qualità, a migliorare il livello di benessere dei produttori locali. La Carta dei Mieli rappresenta oggi la tappa più avanzata dei processi di modernizzazione e innovazione nelle apicolture del versante sud orientale del Mediterraneo; basti pensare a questo proposito che le caratteristiche tecniche enunciate nel documento, approvato dalle organizzazioni apistiche dei 10 paesi aderenti alla Federazione, sanciscono la condivisione e in alcuni casi il miglioramento delle stesse norme europee considerate tra le più severe e dettagliate a livello globale. L’accettazione della Carta dei Mieli apre ora la strada alla loro adozione ufficiale da parte dei governi dei singoli stati da cui provengono le apicolture associate ad APIMED”.

La sperimentazione in corso

La sperimentazione che si sta svolgendo in Italia e in Tunisia, inserita nel più ampio progetto, finanziato dall’Unione Europea, “Mediterranean CooBEEration: una rete per l’apicoltura, la sicurezza alimentare e la biodiversità”, volto a sostenere l’apicoltura e il suo ruolo strategico per il miglioramento della sicurezza alimentare, è indirizzata a valutare il contributo delle api mellifere per l’impollinazione delle piante selvatiche e, in particolare, a definire il loro ruolo nelle fasi di ripristino vegetazionale delle zone degradate come quelle soggette a desertificazione ed erosione per fenomeni di siccità, per azione dell’uomo e pascolo troppo accentuato, e aree incendiate. Nel nostro Paese la prova si sta svolgendo in Liguria, regione soggetta a incendi, dove in due aree di 400 m2 ciascuna, distanti tra loro qualche chilometro, una con la presenza di alveari, e quindi ben “servita” dalle api, e l’altra senza alveari, sono state delimitate cinque parcelle sperimentali in cui condurre ogni 15 giorni rilievi sulla vegetazione e sugli insetti impollinatori, rivolti soprattutto all’ape. Le ricerche condotte in campo e quelle collegate agli effetti dell’impollinazione, condotte in laboratorio, consentiranno di stabilire, anche in questo ambito, l’importanza strategica di questi meravigliosi insetti. Difesa e miglioramento dell’ambiente sono irrealizzabili se non si protegge la vegetazione, ma la salvaguardia della flora è inconcepibile senza l’ausilio degli insetti impollinatori, anello di rilevanza primaria della rete ecologica globale. Al di là degli aspetti tecnici e scientifici, questa edizione del Forum dell’Apicoltura del Mediterraneo assume anche un’importante valenza politica, visto il contesto di tensioni e difficoltà che sta mettendo a dura prova tutta l’area del Mediterraneo. Come ha infatti affermato la coordinatrice internazionale del progetto “Mediterranean CooBEEration” e responsabile Area progetti e partenariati di FELCOS Umbria, Lucia Maddoli, “prima ancora che essere un Forum di Apicoltori, questo è un luogo di incontro e dialogo tra uomini e donne del Mediterraneo, uomini e donne che intendono cooperare, lavorare insieme fianco a fianco, scambiarsi idee, saperi e buone pratiche, per costruire insieme un’area di pace e di benessere condiviso”. Il Forum ha rappresentato inoltre l’occasione per presentare la Campagna “CooBEEration”, iniziativa internazionale di sensibilizzazione e informazione che mira a modificare la percezione dell’apicoltura nell’opinione pubblica, nelle istituzioni locali, nazionali ed internazionali, negli agricoltori e negli apicoltori stessi: da una concezione di semplice attività generatrice di reddito ad una visione ben più ampia e strategica dell’apicoltura come Bene Comune Globale, indispensabile per la tutela della biodiversità e per il benessere umano. Il VII Forum dell’Apicoltura del Mediterraneo è stato organizzato da FELCOS Umbria (Fondo di Enti Locali per la Cooperazione Decentrata e lo Sviluppo umano sostenibile), APIMED e INAT (Institut National Agronomique de Tunisie), in collaborazione con l’Iniziativa ART/UNDP (Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite), DIPSA (Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Bologna) e DISAFA (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’università di Torino), e con il Patrocinio del Ministero dell’agricoltura tunisino, nell’ambito del progetto, finanziato dall’Unione Europea, “Mediterranean CooBEEration: una rete per l’apicoltura, la sicurezza alimentare e la biodiversità”’, di cui FELCOS Umbria è capofila.