UN CENTRO DI PERMANENZA PER IL RIMPATRIO DEGLI STRANIERI NON REGOLARI IN UMBRIA? PER L’OPPOSIZIONE UN’IDEA PESSIMA E INEFFICACE
(politica – 4 maggio 2021) Aprire a Perugia un Centro di Permanenza per il Rimpatrio degli stranieri non regolari come chiede la maggioranza? Una pessima idea, sbagliata e inefficace. È netta la posizione di Lucia Maddoli, consigliera del gruppo civico di opposizione Idee Persone Perugia, in merito alla proposta avanzata questa mattina nella IV Commissione del Comune di Perugia dal consigliere di maggioranza Massimo Pici, del gruppo Perugia Civica, e sostenuta da Fratelli D’Italia. “Dicono di voler difendere la sicurezza e la tranquillità dei cittadini – sottolinea Maddoli – ma lo fanno proponendo una soluzione che è stata più volte bocciata dalla realtà dei fatti: nelle altre città Centri di questo tipo hanno solo peggiorato la situazione senza risolvere i problemi. Come si fa a non capire che privare della libertà e mettere insieme persone già in grande difficoltà e disagio può solo creare forti tensioni e aumentare il rischio di violenza e rivolte? Senza considerare poi che gran parte dei migranti trattenuti in questi centri, in cui purtroppo spesso si sono verificate anche violazioni dei diritti umani, alla fine del periodo di fermo consentito (ad oggi 90 giorni) vengono rilasciati nuovamente sul territorio, perché nella realtà è molto difficile procedere con le espulsioni”. La gestione del fenomeno migratorio è un tema importante, “che va affrontato con serietà e lungimiranza. Non è compito certo del Comune occuparsi degli aspetti di ordine pubblico. Se veramente vuole fare qualcosa per i cittadini, togliendo manovalanza alla criminalità, l’Amministrazione potenzi i servizi sociali, promuovendo l’inclusione e l’integrazione dei migranti. E si adoperi con i soggetti competenti per sconfiggere la piaga del lavoro nero: favorire la regolarizzazione occupazionale dei migranti irregolari è una possibile soluzione concreta ed efficace per evitare che una persona senza permesso di soggiorno finisca ai margini della società. Sul piano nazionale – conclude Maddoli – servirebbe infine una coraggiosa revisione delle norme sull’immigrazione che introduca reali possibilità di ingresso regolare nel nostro paese, di pari passi con una riforma radicale del trattato di Dublino a livello europeo, di cui da molto tempo si parla, riforma alla quale proprio quelle forze che fanno della lotta all’immigrazione il loro cavallo di battaglia non hanno contribuito”.